Di tutto un po'.

G di Guerra di logoramento.

“Volete che io faccia l’università? Va bene! La farò!”

Questo ho pensato quando è terminata la telefonata con mio zio.

Volete che studi per cinque anni Lettere o Storia? O magari potrei continuare con le lingue che sono così belle e utili? Va bene. Lo farò.

Perchè è un peccato che io non continui gli studi, perchè così avrò una base solida su cui poter costruire la mia vita futura, la mia indipendenza. Sembra tutto così semplice. Sei ancora in tempo. Devi studiare quando sei ancora giovane e hai le forze e la testa per farlo. Puoi ancora iscriverti a gennaio. Saresti una “babba” se lo non facessi. Se parliamo di una babba natale ci sto, però. Devi seguire la tua passione e trasformarla in un lavoro. Le passioni sono meravigliose, ma non ci si mangia. L’importante è che tu faccia un lavoro che ti piace e questo obbiettivo lo puoi raggiungere solo facendo l’università. Quindi ti iscriverai a gennaio, vero? In realtà no. Ma vuoi ridurti a fare questi lavori così, che ti mandano in culo ai lupi come dici tu per poco? Se tu avessi una laurea non ti abbasseresti a fare questo lavoro. Ne troveresti uno adatto a te. Ho visto un sacco di gente laureata che ora lavora al McDonald’s. Ma quello che c’entra? Quella è gente che non si è saputa vendere, non ha saputo utilizzare bene la laurea che ha preso. Io penso dipenda dal mercato del lavoro. Una laurea in Italia non vale niente. Ma questo non c’entra niente. Io penso che c’entri invece. Dove pensi di andare senza una laurea? Pensi che passare la vita a vendere MoveBox sia il lavoro dei tuoi sogni? Ovvio che non è il lavoro della mia vita. Se lo faccio è per poter mettere qualcosa da parte e per poter aiutare la mia famiglia economicamente. Da qualche parte bisognerà pur iniziare. Io non ho avuto la fortuna di Alessandro (mio cugino) e di trovare un’azienda che mi assumesse sotto casa.

Che poi dopo una laurea di cinque anni in Lettere o in Storia dove credi che finirei? A fare l’insegnante. Precario ovviamente. E non è questo quello che voglio per me. Io non ho ancora capito cosa tu voglia fare. Perchè dalla mia famiglia non posso avere appoggio invece che demolizione? Penso che fare la pasticcera sia quello che voglio e invece di appoggiarmi in questa scelta mi demolite. A me più che altro sembrava un ripiego, ma se questo è il tuo sogno va bene. *Momento di silenzio attonito*

*Risata all’altro capo del telefono* E pensare che avevo detto che non te ne avrei più parlato. E invece… Già. Va bene dai. Ci sentiamo. Ciao. Ciao.

Click.

Di tutto un po'.

Incontri ravvicinati tra Lizzie e la Giraffa sui Trampoli.

Lizzie, terminata la maturità e lasciatasi alle spalle il liceo e la sua morsa asfissiante, non è intenzionata a pensare al futuro. Le sembra qualcosa di lontano. In fondo è estate, fa caldo e anche i neuroni, chiusi i battenti, sono andati al mare a godersi il meritato riposo. Tutto sembra tranquillo. Passa le sue giornate sul divano o sul letto, legge libri, ascolta musica. Il paradiso in terra direte voi, ma è tutta finzione. Nuvole cariche di pioggia si affacciano sul cielo sereno, promettendo di allagare quella specie di paradiso terrestre nel quale Lizzie aveva messo radici e che avrebbe preferito non abbandonare più. Iniziano le prime domande, piene di aspettative. “Lizzie DEVE fare l’università. Vero cara? No, perchè con le tue capacità non puoi certo permetterti di non farla. Sarebbe un grave errore.” All’inizio Lizzie si lascia trascinare dalla corrente, ancora leggermente stordita. “L’università sì. Certo. Andare a fare lettere. Sicuro.” In fondo perchè no? Seppellirsi tra i libri per altri cinque anni. Allettante prospettiva, n’est pas? Le domande, però, si fanno sempre più pressanti. “Hai già guardato su internet cosa ti offrono le varie università?” “Non ti dovresti già iscrivere?” Una pulce salta all’orecchio di Lizzie. “Ma tu vuoi veramente fare l’università?” Lizzie scuote la testa. “No, non molto.” Rimane, però, ancora un pensiero che si muove a livello inconscio, si agita un po’, ma non emerge a pieno. Fortunatamente il Pensiero trova il suo modo per manifestarsi in una giornata afosa, a seguito di un pic nic non riuscito. “Che buono questo salame di cioccolato”, dice A. “Sarebbe una figata fare la pasticcera. Ora che mi ricordo è stato il mio primo desiderio quando ero piccola.” Il Pensiero si manifesta e macina terreno, si impossessa della sua mente e il giorno dopo, quasi di nascosto, Lizzie cerca su internet corsi per diventare pasticcera. “Come mai ha scelto proprio il nostro corso?” le chiederà la Giraffa sui trampoli. “Era il primo risultato quando ho cercato su google”, sarà la risposta di Lizzie. Aveva lasciato i suoi dati su quel sito perchè la richiamassero per ottenere informazioni. La sera dopo aveva trovato il coraggio per parlarne con la Madre. Lei si era dimostrata entusiasta e insieme avevano cercato altri siti. Lizzie non immaginava che quella fosse tutta una facciata, una finzione. “Ritengo che mia figlia non abbia la manualità adatta per questo mestiere”, così dirà la Madre alla Giraffa sui Trampoli, lasciando Lizzie a sguazzare in una pozza d’imbarazzo e rabbia. Anche la Nonna alza la voce incollerita. “Te ne pentirai!” le dice, alla stregua di una profezia Maya. Quasi dimentica di aver lasciato i propri dati per essere richiamata, in un pomeriggio assolato, la Giraffa sui Trampoli la richiama e fissa un appuntamento, al quale, però, DEVE essere presente la Madre. Lizzie storce il naso, ma accetta. La Giraffa sui Trampoli, puntuale, si presenta e porta al collo una di quelle collane che a Lizzie ricordano le targhette sui collari dei cani. Si chiama Serena. Lizzie risponde alle domande della Giraffa sui Trampoli accompagnata dai mugolii della madre e dalla sua completa e totale disapprovazione. Fu l’ora più lunga di tutta la sua vita. La Giraffa sui Trampoli mantenne il suo sorriso professionale fino alla fine, anche quando, con noncuranza, spiattellò ad un’attonita Lizzie il prezzo (non lo aggiungo perchè è veramente tanto, tanto, alto). “Ho bisogno di un paio di giorni per fare quattro conti”, è stata la risposta della Madre e la Giraffa sui Trampoli, dopo aver lasciato il suo nome e il numero di telefono, è scappata dal marito.
Ma questa volta c’è un lieto fine signori e signore. A settembre Lizzie inizierà il corso per diventare pasticcera.

Dedico questo post a tutte quelle persone che credono che non ce la farò. Siete dei tenerini, ma se cadete preda di un alveare incazzato non mi dispiacerà per voi.